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Essere responsabili

C’è una buona dose di responsabilità in ognuno di noi quando si prende in esame l’andamento della propria vita: obiettivi raggiunti, qualità delle proprie relazioni, soddisfazioni, delusioni…

“Responsabilità” non significa “colpa”. Avere una buona dose di responsabilità vuol dire, in modo del tutto neutro, che, a prescindere da come le cose ci sembra che stiano andando nella nostra vita, per gran parte questo è un nostro merito, per il resto delle persone che ci circondano e della vita stessa.

Ci ho impiegato un po’ a comprendere cosa significasse “essere responsabili”. L’aggettivo responsabile deriva a sua volta dal latino “respondēre” (assicurare a propria volta, rispondere a voce o per iscritto, replicare, ribattere, dar consigli, corrispondere, star di fronte, esser contrapposto, rispondere alle esigenze, agli impegni, o ai desideri) e “responsāre” (“responsum dare”). L’etimologia del termine non lascia dubbi a tal proposito: la responsabilità è la risposta che ognuno di noi offre alla vita e agli eventi che ci accadono, alle situazioni di difficoltà, alle emozioni che avvertiamo, ai pensieri che ci passano per la testa.

Anche se siamo portati a pensare che le nostre responsabilità si celano dietro a tutto ciò che non abbiamo fatto o detto, il più delle volte, la nostra grande responsabilità è piuttosto quella di non saper attendere, non essere in grado di saper aspettare, di dare il giusto tempo.

Nel libro di Thich Nhat Hanh, “Il dono del silenzio”, lui racconta di un episodio molto suggestivo…

Un giorno, mentre era intento a meditare presso il tempio di Bao Quoc insieme ad un gruppo di monaci, nel completo silenzio della pratica e del luogo, irruppero dei soldati francesi alla ricerca di alcuni componenti della resistenza vietnamita. Nonostante la confusione e il frastuono i monaci non si scomposero. Di fronte al silenzio e all’immobilità dei monaci, i soldati si ricomposero e con delicatezza si misero nel cortile ad aspettare il suono della campana. Terminata la pratica uno dei monaci li andò a chiamare e li invitò ad entrare nel tempio.

Ce ne sarebbero tanti di aneddoti sul come il non fare qualcosa o addirittura niente, possa essere molto più efficace di altro, ma lo avreste detto che anche il silenzio e l’immobilità possono essere eloquenti? E fino a che punto?

Al di là del brano citato, ciò che spesso ci muove ad agire o re-agire, non è l’idea che così saremmo più efficienti, ma piuttosto la difficoltà e il disagio che avvertiamo nel dover attendere, fare i conti con le emozioni che si muovono dentro e fuori di noi. Essere responsabili è un invito a prendere confidenza con quegli spazi, anche ampi talvolta, tra una parola e l’altra, tra un’intuizione e la messa in pratica, tra la domanda e la risposta, tra noi e gli altri.

Ed è proprio in quegli spazi, in quelle bolle d’aria, che accadono i più grandi processi trasformativi. In quelle pause, in quei silenzi, si trova l’opportunità di ascoltarsi e di sentire. Con grande stupore, quando ci concediamo la possibilità di farlo, nel momento in cui tutto tace, compreso il corpo, qualcosa accade. Dal caos assordante in cui siamo soliti vivere, quando ci concediamo di rompere gli schemi soliti e di stare con quello che c’è, senza forzare nulla… allora piano piano, con delicatezza si iniziano ad individuare pensieri, sensazioni, emozioni… parti di noi che magari non pensavamo di avere e, soprattutto, risorse che magari non avevamo ancora scoperto.

Prova per un istante a fare qualcosa di diverso. Concediti la possibilità di esplorare quello che non hai ancora mai fatto fino a questo momento e sii attent* ad osservare come sei solit* reagire a quello che ti accade. Tendi all’automatismo o sei consapevole delle tue risposte?

“La vita non è aspettare che passi la tempesta ma imparare a ballare sotto la pioggia.”

Se hai trovato interessante questo articolo, mi farebbe piacere che tu o condividessi con le persone a te care… e perchè no, magari provassi a sperimentare la pratica qui proposta: Meditazione di fine giornata

Ti potrebbe anche interessare questo articolo: Cambiare vita: come e perchè o la puntata della rubrica Gocce di benessere dal titolo: Essere speciali.

Il 19 novembre sarò ad Ascoli, presso Palazzo dei Capitani per parlare di un tema a me molto caro nell’ambito della conoscenza di sè e delle strategie che ognuno di noi mette in campo ogni giorno. Il titolo dell’incontro, totalmente gratuito sarà: “Il Cibo come via, gli Archetipi come guida”. Se ti va di parteciparvi, prenota la tua presenza al numero: 371.6352639

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