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Il cibo nella relazione corpo-mente

La fame è un inizio di dolore che ci invita a nutrirci,

la noia è un dolore che ci costringe ad impegnarci in qualche attività,

l’amore è un bisogno che, se non soddisfatto, diventa doloroso.

L’eccesso è pernicioso in ogni campo:

nell’astinenza come nella ghiottoneria,

nell’economia come nella liberalità.

Voltaire

Quanti di noi vivono costantemente il problema del proprio peso corporeo? …e con la bilancia? …e con i pantaloni che ci vanno troppo stretti o troppo larghi?

La nostra forma fisica è oggi, più che mai, un aspetto fondamentale. E’ il nostro bigliettino da visita e dunque, oltre ad essere uno degli aspetti che viene più attenzionato e valorizzato, è anche uno degli argomenti che maggiormente ci possono creare ansia e disagio.

Ma siamo veramente convinti che il nostro sentirci bene “nel corpo”, dipende solo dalle sue forme o dal suo peso?

Proviamo a pensare a tutte quelle mattine in cui ci sentiamo scattanti, seducenti, attraenti… e a tutte quelle altre in cui magari, subito dopo una nottataccia, ci sembra di essere ingrassati, gonfi, poco interessanti. Anche dopo aver indossato il nostro abito preferito.

La verità è che la nostra forma fisica è profondamente connessa al nostro stato di salute mentale (al quale diamo poche attenzioni), al nostro stato emozionale (che fatichiamo a riconoscere), al nostro lato spirituale (che per mancanza di tempo non coltiviamo affatto).

L’ingordigia non è altro che un rifugio emotivo,

il segno che qualcosa ci sta divorando.

Principe De Vries

Perennemente a dieta, oscilliamo continuamente tra due poli di una stessa retta: da un lato l’ingordigia, dall’altro l’astinenza. Due eccessi. Uguali e contrari.

L’astinenza è più facile della moderazione.

Sant’Agostino

lo avresti mai detto?

Prova a chiudere gli occhi per qualche istante. Fai un bel respiro profondo e, pensando alla tua relazione con il cibo di questi ultimi giorni, all’ultimo pasto che hai consumato… prova a passare il tuo dito sulla barra disegnata in questa pagina. Dove ti fermeresti con il dito? Verso il centro, dove si trova la moderazione o verso uno dei due poli? Quali emozioni avverti, anche semplicemente provando a concederti qualche minuto per fare questo giochino?

Se ti sembra di avere un andamento piuttosto ballerino e di oscillare tra un’estremità e l’altra, non preoccuparti. Lascia andare il giudizio o la critica che stavi già per formulare dentro la tua testa! E’ assolutamente normale!

Quando le persone si mettono a dieta, spesso, di fronte alle difficoltà che si incontrano lungo il percorso che dovrebbe portarci all’obiettivo del peso sognato, due parole vengono spesso pronunciate o formulate dentro la nostra testa, ogni qualvolta si scivola di fronte ad uno sgarro: volontà e autocontrollo.

Ma se invece di pensare che ogni volta che si commette uno sgarro, che si asseconda il desiderio di mangiarsi un gelato o un cornetto, provassimo a pensare che non siamo stati poco volenterosi, poco disciplinati… o che non ci siamo saputi trattenere, fermare, controllare…. ma provassimo a riportare l’attenzione a quali erano i nostri reali bisogni di quel momento?

E se introducessimo, invece del giudizio e della critica, l’idea che tutto parte da una mancanza, da una necessità e dunque… da una cura di sé che spesso viene sottovalutata, trascurata, ignorata o automatizzata, cosa potrebbe accadere?

Provate a prendervi qualche giorno di osservazione e a chiedervi, ogni volta che state per sedervi a tavola o addentare uno snack, perchè sto mangiando? Di fronte ad una scala di valori, da 1 a 10, quanta fame avverto? E quali pensieri/emozioni, sento che si stanno muovendo dentro di me in questo preciso istante?

Può essere davvero sbalorditivo prendere atto di come spesso siamo perfettamente inconsapevoli del perchè facciamo le cose e di come queste possano poi riflettersi nel nostro quotidiano su più livelli.

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