Se mangiare, fino a qualche tempo fa era considerata una delle esperienze umane più piacevoli, spesso associata, paragonata, abbinata… anche alla sessualità (non a caso), oggi è una delle cause di sofferenza e disagio più diffuse. Vediamo perchè e come ribaltare la dinamica.
Lo avresti mai detto che esistono diversi tipi di stanchezza? Noi di consuetudine siamo sempre soliti esprimerci dicendo: "Mi sento stanco". Ma cosa significa questa semplicissima e comunissima espressione?
Hai fame? Sembrerà banale, ma farsi questa semplicissima domanda, quante volte ci potrebbe impedire di cadere in abitudini automatiche che ci portano a mangiare più del dovuto e tanti alimenti che magari non ci fanno stare bene?
Non accaniamoci contro quello che la vita ci propone, contro di noi per non essere stati abbastanza. Come ogni volta che meditiamo, ciò che veramente è importante è il notare ogni qualvolta la mente va lontano, per riportarla dolcemente a seguire il respiro, così dovremmo approcciarci alla vita. Ogni giorno. Un seme alla volta. Un respiro alla volta.
La fame è un inizio di dolore che ci invita a nutrirci,
la noia è un dolore che ci costringe ad impegnarci in qualche attività,
l'amore è un bisogno che, se non soddisfatto, diventa doloroso.
L'eccesso è pernicioso in ogni campo:
nell'astinenza come nella ghiottoneria,
nell'economia come nella liberalità.
Voltaire
Cosa significa essere pazienti e in che modo la pazienza può esserci di aiuto nel nostro quotidiano per essere meno reattivi e più presenti?
Dal Convegno "Il Metodo Family", alcune riflessioni sul perchè è importante intervenire sulle famiglie, quando c'è una fragilità, un disagio e una disabilità.