Due maestre, circondate da bambini stanno facendo lezione
Blog Mindfulness Psicologia del benessere

Lo stress degli insegnanti: come la consapevolezza può fare la differenza

Spesso mi è capitato di presentarmi, soprattutto quando mi trovo a dovermi confrontare con Dirigenti e Professori, come una persona che proviene da una famiglia di insegnanti.

Quando andai al nido, ricordo in modo molto nitido, il clima che in cui trascorrevo il tempo, mentre mamma era a lavoro. Le maestre, una in particolare, Milena, mi chiamavano “Raganella” e, nonostante facessi passare loro dei momenti molto difficili, quando arrivava l’”ora del sonnellino”, mi volevano molto bene.

Alla materna capitai con la maestra Linda, dolcissima. Ancora adesso il suo viso è impresso nella mia memoria. A lei ero molto affezionata, così come all’aula – piccolissima – in cui trascorrevamo il tempo.

Della scuola elementare non mi è rimasto un bel ricordo, ma posso dire di aver decisamente compensato con gli anni delle scuole medie. Qui incontrai una professoressa, la Maggiolini, di lettere, che ancora oggi, quando la chiamo, mi sento di ringraziarla. Lei si che aveva una marcia in più! Durante l’adolescenza non si va a scuola solo per studiare, ma per iniziare ad esplorare il mondo degli adulti, le sue regole e le sue difficoltà… e con lei questo è stato possibile.

Anche al liceo ci fu una docente, la Vanchieri, determinante nel farmi conoscere meglio la mia persona ed il mio modo di essere, di pensare e di esprimermi. Anche a lei e alla sua pazienza di farmi fare e correggermi più volte i temi, devo dire grazie.  

Stress e insegnanti: una combinazione difficile

Essere insegnanti è una delle professioni più gratificanti – l’ho visto con mia mamma – ma anche tra le più stressanti. Non si tratta solo di trasmettere conoscenze, ma anche di gestire classi complesse, affrontare genitori e burocrazia, tutto questo in un sistema educativo in continua evoluzione. Gli insegnanti si trovano a fare i conti con orari di lavoro prolungati, procedure amministrative sempre più complesse e un bisogno costante di mantenere alta l’energia emotiva.

“Non puoi versare da una tazza vuota.”

Lo stress in cifre: i numeri parlano chiaro

Il 77% degli insegnanti si sente regolarmente stressato, una percentuale molto più alta rispetto alla media di altre professioni. Questo dato non è solo preoccupante, ma rappresenta una realtà quotidiana per molti docenti. Lo stress cronico ha conseguenze pesanti sulla persona: da disturbi del sonno e problemi di salute fisica, fino a veri e propri episodi di burnout. È qui che la gestione dello stress diventa cruciale.

Secondo ricerche recenti, il 40% delle assenze prolungate degli insegnanti in Italia è dovuto a problemi legati allo stress, un segnale evidente dell’impatto che questo ha, non solo sugli individui, ma anche sul sistema scolastico.

Che cos’è lo stress e perché imparare a gestirlo?

Lo stress è una risposta naturale e adattativa del corpo alle situazioni impegnative con le quali ci dobbiamo confrontare. Abituati a vederlo come qualcosa di negativo e poco funzionale al nostro benessere, lo stress di per sé, come tutte le cose, non ha un’accezione “solamente negativa”. Quando abbiamo una scadenza, come ad esempio un esame, il corpo, per consentirci di arrivare preparati a quella scadenza, si adopera per farci sentire meno tutti quegli stimoli che potrebbero distoglierci da quello che stiamo facendo. Quando lo stress è funzionale, nel breve tempo, non ci fa sentire la fame, ci permette di dormire molto poco… Il problema sorge nel momento in cui non siamo più stressati, solamente per una prestazione, ma “sempre”!

Quando tutta la nostra vita è un susseguirsi di problemi, urgenze, scadenze… e noi passiamo il tempo a rincorrere quello che dobbiamo fare sentendoci sopraffatti dagli impegni, dalle richieste, da coloro che desiderano e richiedono la nostra presenza… allora lo stress diventa cronico e può provocare affaticamento, ansia, problemi di salute e difficoltà a mantenere relazioni positive con gli studenti e i colleghi. Per gli insegnanti, quando si vive costantemente sotto stress, la scuola e l’ambiente lavorativo diventano un luogo di tensione continua, influenzando negativamente il rendimento e l’energia.

“Non è lo stress che ci uccide, ma la nostra reazione ad esso.”
Hans Selye

MBSR: un protocollo di supporto concreto

Quando insieme all’Associazione Orizzonte ODV mesi fa, iniziammo a pensare a come poter essere di supporto in modo concreto alla fragilità, essendo a conoscenza di quanta difficoltà la scuola e gli insegnanti stiano attraversando, soprattutto dopo il Covid, decidemmo di inserire nei diversi progetti, con ottimi risultati, un’iniziativa specifica rivolta ai docenti: l’MBSR.

Il protocollo Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR) emerge come uno strumento efficace per gestire lo stress e migliorare la qualità della vita delle persone che vi partecipano. Il programma, sviluppato dal dott. Jon Kabat-Zinn, nel 1979 negli Stati Uniti, si basa su pratiche di mindfulness, e l’esplorazione sistematica di alcuni argomenti teorici che riguardano lo stress e, in particolare, le cause che lo inducono (gli stressors).

“La pace viene da dentro. Non cercarla fuori.”

Budda

Ma cosa rende il MBSR così utile per gli insegnanti?

Il protocollo non si limita a offrire una semplice pausa dallo stress quotidiano, ma fornisce strumenti pratici per imparare a riconoscere i segnali del corpo e della mente, a rispondere alle situazioni di difficoltà con maggiore consapevolezza, e a creare abitudini quotidiane che favoriscano il benessere. Attraverso incontri settimanali e pratiche di meditazione da svolgere anche a casa, gli insegnanti imparano a gestire lo stress in modo più sano e a come portare nella vita e sul lavoro, le abilità acquisite.

Non hai bisogno di abilità particolari, solo di impegno

Una delle domande che spesso emergono quando si parla di mindfulness è: “Serve una particolare esperienza per praticarla?” La risposta è no. Non è richiesta alcuna abilità particolare per partecipare a un programma MBSR. Tuttavia, è importante prendersi un impegno: partecipare regolarmente agli incontri e fare gli esercizi a casa, poiché è solo attraverso la pratica costante che si creano nuove abitudini funzionali al benessere e al cambiamento.

Questo percorso richiede volontà e costanza, ma i benefici possono essere profondi e duraturi. È proprio il primo passo che può fare la differenza.

Come disse Lao Tzu:

“Anche un viaggio di mille miglia inizia con un singolo passo.”

Perché scegliere il protocollo MBSR?

Il MBSR ti offre molto più di una semplice pausa dal caos quotidiano. Partecipando al protocollo, potrai:

  • Ridurre lo stress e prevenire il burnout, aumentando la tua capacità di affrontare le sfide quotidiane.
  • Migliorare la tua salute mentale e fisica, riducendo i sintomi legati allo stress come ansia, insonnia e tensioni muscolari.
  • Acquisire strumenti concreti per gestire le emozioni e le relazioni interpersonali in modo più equilibrato.
  • Creare un ambiente positivo in classe, migliorando il rapporto con i tuoi studenti e promuovendo il loro coinvolgimento e apprendimento.

La mindfulness non è una panacea per tutti i problemi, ma è un metodo potente per imparare a gestire lo stress e vivere una vita più consapevole e soddisfacente. Iniziare un percorso MBSR potrebbe essere il primo passo verso una trasformazione significativa, sia nella tua vita professionale che personale.

Contattami per ricevere maggiori informazioni sui prossimi protocolli in partenza.

Presentazione dell’MBSR, Martedì 10 settembre ore 19.00 on line su Zoom.

Ti potrebbero interessare:

You Might Also Like...

No Comments

    Leave a Reply