Burnout: come riconoscerlo e affrontarlo in modo strategico? Il termine burnout è sempre più presente nelle conversazioni legate al mondo del lavoro. In Italia, le persone che denunciano uno stress eccessivo, non funzionale al lavoro, e dunque a rischio burn out, un anno fa erano circa 8 persone su 10. Nei primi quattro mesi del 2024 le persone che hanno manifestato disagio sul lavoro sono aumentate del 109,7% rispetto all’anno precedente. Le denunce di malattie professionali legate a disturbi psichici e comportamentali sono aumentate del 17,9% rispetto al 2023.
E questi sono solo alcuni dei dati diffusi dall’Inail, in merito a questa problematica.
Ma cosa significa davvero essere in burnout, come si manifesta e, soprattutto, come possiamo affrontarlo in un’ottica di prevenzione e benessere?
In questo articolo ti guiderò alla scoperta del burnout: come riconoscerlo e affrontarlo in modo strategico, con l’obiettivo di imparare a conoscere i segnali che lo caratterizzano e a gestirlo prima che prenda il sopravvento sulla tua quotidianità.
Che cos’è il burnout?
Il burnout è una sindrome da stress cronico che nasce principalmente in ambito lavorativo. Si traduce letteralmente con il termine “bruciato” e indica una condizione di esaurimento fisico, emotivo e mentale, spesso legata a professioni ad alto coinvolgimento relazionale o a contesti organizzativi particolarmente logoranti.
Al lavoro, pensi ai bambini che hai lasciato a casa. A casa, pensi al lavoro che hai lasciato incompleto. Una tale lotta si scatena dentro di te. Il tuo cuore è lacerato.
(Golda Meir)
Nato come concetto negli anni ’70, il burnout è stato riconosciuto ufficialmente dall’OMS come una malattia sul lavoro nel 2019, legata a fattori di stress prolungato sul lavoro, in cui le richieste superano di gran lunga le risorse personali disponibili o le condizioni in cui si opera rendono particolarmente difficile conciliare la vita privata e lavorativa.
I segnali del burnout
Riconoscere il burnout in tempo è fondamentale per evitare conseguenze più gravi. Solitamente, la sindrome da burnout si sviluppa in quattro fasi distinte:
1.disimpegno e apatia.
2.entusiasmo e aspettative irrealistiche, che possono sfociare in dipendenza dal lavoro;
3.stagnazione, dovuta alla delusione delle aspettative;
4.frustrazione e rabbia;
Tra i segnali più comuni che incontriamo nelle persone che iniziano ad avere forti disagi troviamo:
- Stanchezza cronica, mancanza di energia
- Irritabilità, malumore e difficoltà relazionali
- Insonnia e disturbi del sonno
- Problemi digestivi, tensioni muscolari, cefalea
- Calo della motivazione e del senso di efficacia personale
- Senso di colpa, rabbia, frustrazione, paura di fallire
Una frase ricorrente tra chi vive questa condizione è: “Non ce la faccio più”. Il lavoro, da fonte di gratificazione, diventa un peso e si tende a reagire con il distacco emotivo, spesso percepito inizialmente come una soluzione, ma che nel tempo compromette anche le relazioni più significative.
Il burnout dopo la pandemia
Il periodo pandemico ha acuito questa problematica: lo smart working, la gestione continua dell’incertezza, l’invasione degli spazi personali da parte del lavoro hanno portato molte persone a vivere un sovraccarico emotivo che non si è ancora esaurito. Le richieste sono aumentate, ma le occasioni di recupero e ricarica sono spesso diminuite.
Burnout e comportamenti disfunzionali
Chi vive in burnout spesso ricorre a strategie compensatorie poco sane: abuso di alcol, alimentazione disregolata, isolamento sociale… e tutto questo genera un circolo vizioso in cui si abbassa l’autostima e aumentano le possibilità di errore o di critica, con effetti negativi non solo sul lavoro, ma anche sulla salute psicologica e relazionale.
Prevenzione e gestione strategica del burnout
Il burnout non compare all’improvviso. Per questo è importante adottare una logica preventiva, partendo da alcune domande fondamentali:
- Quanta energia sto dedicando al mio lavoro?
- Mi sento soddisfatto di quello che faccio?
- Quali emozioni sto vivendo ogni giorno?
- Come stanno le mie relazioni? Mi nutrono o mi prosciugano?
La mindfulness può essere una risorsa preziosa in questo percorso: ci aiuta a restare in ascolto, ad osservare senza giudizio, a riconoscere i segnali del corpo e della mente prima che diventino sintomi invalidanti.
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Uno strumento semplice e concreto che puoi iniziare ad adottare? La ruota della vita: un grafico a torta che rappresenta come distribuiamo il nostro tempo: lavoro, famiglia, amici, hobby, cura personale… Facendolo, spesso ci accorgiamo che gli ambiti che ci ricaricano vengono trascurati.
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Quando non puoi cambiare il contesto, cambia la tua cura verso te stesso
Non sempre possiamo intervenire sull’organizzazione, sui turni o sulle responsabilità, ma possiamo scegliere di dedicare del tempo alla nostra salute mentale, ristabilendo confini sani, coltivando interessi personali, restituendo valore alla nostra energia e al nostro benessere.
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Se ti riconosci in alcune delle situazioni descritte, o desideri approfondire come affrontare lo stress e il burnout in modo strategico e consapevole, ti invito a partecipare alla diretta di mercoledì mattina, 14 maggio, dedicata proprio a questo tema.
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📩 Per domande, dubbi o per prenotare una consulenza, puoi scrivermi direttamente. Il primo passo è riconoscere il disagio. Il secondo, è scegliere di non affrontarlo da soli.
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